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03/02/2015 12:57 | |
sarebbero, poi, tornati.
senza più necessità di coperte
intirizzite dalle parole.
consapevoli che l’alba
ha un inizio da piegare
vestaglie di legami inaspettati.
sarebbe stato
il tempo che mette al mondo il pane
che genera noccioli d’acqua
le tasche grandi da cui spremere una quiete
gonfia, reclamata sui minuti. a bracciate.
con un colore da appuntare al viso, rosso
per suggerita leggerezza.
senza un riparo di nubi
i baci all’erta.la luce esaudita.
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10/02/2015 11:10 | |
bellissima!!
poi ci torno, ma per ora lascio il mio passaggio! |
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10/02/2015 12:21 | |
mi sbaglierò, ma preferisco lasciarmi trasportare dalle sensazioni e significati che sembrano suggerirmi questa poesia. La clandestinità, con tutto il dramma e la speranza tipica di chi affida ai viaggi d'oltremare per cercare salvezza, vita. E trovo che tu sia riuscita, quasi in trasparenza, a parlarne.
un caro saluto
"i ritorni hanno rugiada sulla bocca e sorrisi fra mani confuse"
www.francescacoppola.wordpress.com |
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11/02/2015 13:40 | |
Grazie ragazze belle...
Francesca, in realtà, anche se può starci, non ho pensato in particolare ai clandestini, ma a un nuovo futuro sì, a un mondo dove è possibile relazionarsi e vivere in maniera diversa, dove c'è scambio e armonia, amore, naturalmente... e lavoro per tutti! |
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12/02/2015 18:33 | |
Quella leggerezza viene dalla quiete, dai mattino tranquilli è routinari che a volte forse annoiano ma fanno certezze.
Le immagini sono limpide e originali, mi piace davvero tanto |
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