GIORNATA DEL PERFETTO SUDISTA
Poggia la tua fronte appenninica
Su questo pane bianco inzuppato
Come sputo di nembi su pallide cime
O intingi biscotti nel vino: è
l'alba!
E poi aspergi acqua acqua acqua…
Guarda fuori dalla finestra policroma
Come arabesco di cattedrale:
Un fitto grintoso vetro istoriato
Di saghe di lupi e lupe in amore.
E schiudendo i battenti alza le ciglia
E le pupille su questi pietrosi frontali:
È un
mattinale come sempre nebbioso
E sanguinolento con stille di furore!
Sulle linee di un falso movimento
D'elitre nervose uno sprizzo fluente
Gonfia misteriosamente i capillari…
(Come spuma liquescente e vischiosa
Come conserve d'antichi contadi monta:
Miscellanea di polpa: cuore e sangria).
È l'ora del cielo ventre molle di paura:
Danzerà Ra o strieranno la volta
Scudisciate di fiamme viola e bordeaux?
Questo appare su uno schermo opaco
Slavato da mille pianti di nere vedove
O dagli insulti fumo degli straziati.
È
mezzogiorno anch'oggi ci si addenta
In un cenacolo di coltelli alzati
Da tovaglia in tovaglia da famiglia
In famiglia: sacra armata di sua Santità.
S'inghiotte l'avemaria ed il gloriapadre:
Un frangere biade e minestre verde bile…
E quando con un inchino al patriarca
Ci si lascia in un mellifluo minuetto:
È l'arpa dal pizzico velenoso a tintinnare
L'accordo fraterno sulla rendita.
Danza di rivalsa e intrigo: un passo
Ritmico come il bacio di tarantola…
A faida dischiusa c'è un'afa d'omertoso
Meriggiare in un campo di lavoro o al pozzo
Gonfio di luna e desideri pruriginosi…
Un viavai rituale per mostrarsi
Dalla piazza al cancello nero bianco
Rosso ruggine e tinta smaltata: marcia
Cantilenante sculettante tra camicie
Cravatte blue-jeans catene d'oro:
Liberismo
vespertino andante
Fiottante tra bar e bazar e boutique…
Indi ritorna la puttana
sera che s'offre:
Pochi spiccioli di routine e tanti ticket
Di noia e ciarle di rimando e rimbalzo:
Dinanzi al video TV o sul bigliardo
Caldo vellutato o alla meglio: mano rapida
Tra cosce e sveltine giù in villa comunale.
…Ora è già profondissima tetra
notte
Un giorno di più è già dietro le porte
Un torpore corre lungo questa ria sorte:
Terra di chiese prati galere e cose storte:
Domani si vedrà ora si dorme e
non si fotte!!
13 Aprile 1999
"(...)Le ascoltavo, seduto sul ciglio delle strade,
nelle calme sere di settembre in cui sentivo
sulla fronte le gocce di rugiada, come un vino vigoroso;
in cui, rimando in mezzo a quelle ombre fantastiche,
come fossero lire, tiravo gli elastici
delle mie suole ferite, con un piede contro il cuore."
Arthur RIMBAUD