Guarda Francè,
che il disdegno è leggittimo
ma devi ammettere che la questione è
molto più complessa!
A mio avviso attiene ad una pluralità
di situazioni:
- è il web davvero il luogo per un
confronto reale tra autori e lettori?
- gli interlocutori che grado di
empatia umana prima che culturale
possono garantire dietro il teatrino degli avatar
e dei nick e quant'altro?
- poi quali sono gli strumenti esegetici, critici
e di feed back davvero utilizzabili?
poi ci sono le delicatezze coatte, le carinerie reciproche,
le pusillaminità come mezzo per arrivare ad altri fini
eccetera ...
Tu parli di saccenza,
ma questo animaluccio, che s'annida in tutti i narcisi/artisti
o pseudo tali (come il sottoscritto), come lo fai a contenere per davvero?
e non metto in dubbio la buona fede (sto parlando in generale)
però sai tu dirmi, in LETTERATURA (come nelle arti in generale)
se può bastare una lettura di qualche prova d'un autore,
enucleandola dal contesto e dalla genesi dell'autore stesso,
a dare di lui un giudizio con i controcazzi?
Beh allora, io non m'aspetto più di quel che mi da
questo teatrino, perchè se voglio qualcosa di più d'una sensazione di pelle, o un empatia momentanea, penso che la Cultura, grazie a dio,
ha altri luoghi deputati per questo ...
Non so se mi sono spiegato,
poi ognuno con onestà dovrebbe fare la sua parte certo e nel piccolo
cercare di dilatare, per quel che è possibile, i buchi nella rete,
qui nell'accezione sia webbistica ma anche con un pensierino
alla poetica del Montale ...
Detto questo,
i tuoi versi, ecco mi piacciano, però, penso
che la bestiolina di cui sopra, abbia fatto
tuo malgrado capolino ...
Cmq, per tenerla o tentare, a bada la mia, ti dico, che sono opinioni
dette tra amici, quasi un pensare ad alta voce, niente di dogmatico
solo una tirata dialettica, cercando di ampliare le contraddizioni ...
Un abbraccio
Rosario
"(...)Le ascoltavo, seduto sul ciglio delle strade,
nelle calme sere di settembre in cui sentivo
sulla fronte le gocce di rugiada, come un vino vigoroso;
in cui, rimando in mezzo a quelle ombre fantastiche,
come fossero lire, tiravo gli elastici
delle mie suole ferite, con un piede contro il cuore."
Arthur RIMBAUD