IL LETTO
In un soffice rimbalzo ricordo:
"Chi t'inventò sia sempre beato!"
Mia madre lo diceva a sera stanca
Ora lo ripeto con rimpianto io!
Molle spiegarsi sulla mano di dio
Buono per l'arrivederci a domani
Che il sole tra i monti riappare…
E la notte supini o su un fianco:
Meglio avvinti ad un altro corpo
Se funziona: nudi con l'aroma…
Quando sei vuoto e spoglio e freddo
Ti mostri: con la coperta di famiglia
La trapunta dell'ava ed il risvolto
Di ferro cromato la tua sponda o
Di legno pregiato d'antica tarsia…
Alveo di ammucchiate nuziali
E alcova d'amori ancestrali…
Spesso sai di tanfo d'ospedali:
Porto sicuro per incubi e mali:
Febbri e sfinimenti corporali…
Chi t'inventò nostro giaciglio beato?
Racchiudi tutte l'Ere orizzontali
Primordiali nebbie e ozi umani
Fin l'estremo cinereo: ferale…
Dal primo vagito al rigoris finale:
Trovata umana universale!
16/03/1998
"(...)Le ascoltavo, seduto sul ciglio delle strade,
nelle calme sere di settembre in cui sentivo
sulla fronte le gocce di rugiada, come un vino vigoroso;
in cui, rimando in mezzo a quelle ombre fantastiche,
come fossero lire, tiravo gli elastici
delle mie suole ferite, con un piede contro il cuore."
Arthur RIMBAUD