L'inchino del predone

"L'inchino del predone" della poetessa romana Marina Pizzi è, a parer mio uno dei migliori libri di poesia editi in Italia negli ultimi anni. La raccolta è un poemetto in centododici frammenti, un viaggio dolente nella condizione della persona, sia essa prostrata da una malattia o da un momento negativo, fino ai movimenti finali, in cui pare intravedersi luce, comunque maggior speranza di riprendere una vita migliore. Per i conte nuti di certi versi mi ha ricordato molto l'illustre precedente di Amelia Rosselli.

108.
ieri ho ripreso a lavorare.
da tempo sfumavo
in una rotta di cenere.
con il foglio di presenza ho detto addio
al discolo proverbio del pane rotto
senza fatica con il fraseggio
d'archi alla cometa vanitosa
dove più piccolo è l'inguine
del tempo. appena sotto frana
la vertigine del faro di vederti
amore mio a corto di possesso.
oggi ho ripreso a mugugnare
la serva che mi appanna. non
ho provviste per sterminare il vuoto
o il torto di starmene presaga
mela da morso senza alcun fato.

Uno stile e un linguaggio accidentati, ma mai accidentali, una ricerca poetica efficace ed estremamente coinvolgente. Quanto si chiede alla poesia, un utilizzo diverso del linguaggio rispetto ai termini prosastici di ogni giorno, per arrivare a un concetto, a un nocciolo di emozione che, in ogni verso di questo bel libro, raggiunge il lettore e lo spinge a rileggere per approfondire l'impronta che il solco della penna di Marina Pizzi ha lasciato. Consiglio caldamente l'acquisto e la lettura di questa opera vera e profonda di poesia, mai auto compiaciuta, mai fine a sé stessa, esente da vizi.



Marina Pizzi, L’inchino del predone (2008-2009), Piacenza, Blu di Prussia, pag. 58, €7

Grazie Almerighi di averci proposto questa lettura quanto mai interessante. mi ha coinvolto, avvolta e trascinata in quell'inguine del tempo, costringendomi a numerose riletture.
credo che non possa esserci di meglio che una poesia che ti ammalia e ti riporta ad essa, incessantemente.

è una poesia dolente, è vero, che mi sembra rappresentare bene la condizione umana della perenne insoddisfazione.

mi è piaciuta molto! grazie ancora.

9.
e sarebbero da leggere le voci
delle casette che tremolano nel vento
nel bisbiglio del senso che non hanno.
Invece nel termometro del tempo
corre l’aureola dell’ultima gestione
quest’aiuto che non termina il soccorso.
nell’anemia del bacio lo sposalizio
liso dal mare che sa di stagno
sollecito soltanto per retaggio.
dove s’ avviene l’Ercole e la vita
in come viene in vetta all’ultima finestra
alla stragrande comica del sole.
in terra di convento ho visto un mito
palese con le fosse del silenzio
leso soltanto dai vivi che non sanno.


19.
compro un librino e sono in pace
con la cicala del sangue che gira
e rigira a vuoto dentro il corpo
pagano sempre in gara con qualcosa
o qualcuno per paura o stanchezza.
il cheto aroma della funivia non mi
regala niente. di te stento il ricordo
e il dolore che avvenne quando
moristi stinto stelo del più bello
comodo del bello. fu lo strazio
parco delle lucciole che mi disse
dissero il cielo.

Comprate i suoi libri e datele visibilità, lo merita e ne ha bisogno

Grazie Flavio, della segnalazione, lo comprerò senz'altro.