Eppure ogni tanto ci incontravamo
nei giardini notturni vicino alla fontana
illuminati appena da una finestra.
Qualcosa ci faceva felici
ma non abbastanza da svegliarci.
Qualcuno accendeva altre finestre
e rumoreggiava in bagno o in cucina
ma non c’era mai abbastanza luce
per ricordarci cosa stessimo cercando.
Eppure ogni tanto ci svegliavamo.
*
La fine del liceo
Nel tallone nudo
di una compagna di classe
che non vedo da dieci anni
rileggevo la fine
del liceo
o l’inizio dell’estate.
Lei saliva sul tram
tenendosi alla sbarra
con la sua mano destra
e l’altra dentro un libro.
Io l’ho guardata da dietro
gli occhiali da sole
ma poi è scesa di corsa
alla prima fermata
come se almeno uno di noi
non fosse mai esistito.
*
Milano
Ho ritrovato la Milano
della pioggia sul naviglio
ed in quella ferita
così lunga,
così profonda
mi sono lavato le mani.
Poco più in là
i canottieri in fila
ci tagliavano la strada.
E mai sapranno
chi eravamo.
leggendo anche queste altre tre poesie a disposizione sul sito, quello che mi colpisce, oltre alla linearità della sua poesia, alla semplicità come la definisce anche Almerighi, "senza fronzoli", è una descrittività che però non è mera descrizione. pare che, attraverso queste istantanee si possano raccontare storie, ad ognuno la propria. come se le storie si possano inventare perchè ognuna di queste poesie ha come punto in comune la sospensione finale.
"eppure ogni tanto ci svegliavamo", "come se almeno uno di noi non fosse mai esistito", "e mai sapranno chi eravamo". conclusioni che fanno svaporare i personaggi, li nnullano ma pongono un interrogativo. cosa è stato prima, che sarà poi?
bella lettura, grazie Flavio.
[Modificato da Maredinotte 19/06/2010 00:11]