L'incipit è il passo, l'andatura
i fianchi che dondolano
e se ne sbattono dell'arsura
di quella luce che cade e ti staglia
epicentro del sole, ti muovi lenta
sai del mio riso, dell'inquadratura
lo zoom sugli occhi -
no non ci sono
incendi né intese,
qui siamo corpi
incisi dall'ombra, sbavature
di una Grazia che attende il gesto
l'estro di una situazione, per farsi
carne, sangue – l'ultima guarigione.
Come Clodia, pari pari.
Hai trovato una buona formula tra contenuto e forma,
toglierei semplicemente 'no' e 'qui' in questi due versi, e forse 'l'estro di una situazione': quel di una situazione lo trovo un po' generico, se non è essenziale alla poesia è l'unico verso che toglierei proprio: renderesti più incisivo il verso della Grazia che attende il gesto per farsi carne, sangue ecc.
Per il resto, da concorso
Rosanna
[Modificato da Versolibero 20/05/2011 22:59]
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"Le parole sono 'contenitori' troppo angusti per le mie emozioni e quando, leggendo, le sento 'soffrire'
o mi segnalano delle 'sofferenze' corro a liberarle senza pensarci due volte per provarne di più adatti".
(citazione di EEFF)