prese di coscienza, dolori in corso

le farfalle volano sui tubi
arancio di periferia, come sui pollini
e noi mangiamo lacci privi di colore
nel rigurgito di quelle mani giunte
a(t)tendere preghiere

non arriverà l’abbraccio, le gocce perse
fanno solo mali innocui davanti ai limiti
evidenti del soffitto

se fosse per un attimo il deserto
io e te per bene al centro d’una duna
basterebbe
l’affondo d’uno sguardo, il mite clima
del tramonto a galleggiare senza gravità

Ciao Roberta, io di questa mi prendo la prima strofa e l'ultima (che organizzerei in modo diverso come versificazione) però il due in uno dei significati nella prima strofa mi blocca: uno come dovrebbe leggerla in pubblico? Preferirei la ripetizione:


le farfalle volano sui tubi
arancio di periferia, come sui pollini
e noi mangiamo lacci privi di colore
nel rigurgito di quelle mani giunte
a tendere - ad attendere preghiere


se fosse per un attimo il deserto
io e te per bene al centro d’una duna
basterebbe l’affondo d’uno sguardo,
il mite clima del tramonto
a galleggiare senza gravità


Queste due strofe sono bellissime, la seconda invece non mi arriva molto.
Ciao

grazie del passaggio Ros e della risistemazione dei versi.
capisco bene i tuoi punti di vista anche se c'è di fatto che -haimè- scrivo in modo silenzioso e cioè senza badare tanto ad una declamazione vocale. ho sempre pensato alla poesia come ad un mondo senza voce. si aprirebbe un dibattito che perderei in partenza, ma la mia visione intimistica del verso mi impone questo modo e per fortuna i miei versi non girano per reading poetici ;)

per quanto riguarda la seconda strofa pure ti capisco, perchè in effetti parla di una cosa talmente personale ed intima che avrei dovuto omettere.

per cui prendo buone le tue modifiche per l'esposizione al pubblico, mentre per il mio diario personale me la tengo intera e così versificata

Maredinotte, 26/07/2011 18.37:

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c'è di fatto che -haimè- scrivo in modo silenzioso e cioè senza badare tanto ad una declamazione vocale. ho sempre pensato alla poesia come ad un mondo senza voce. si aprirebbe un dibattito che perderei in partenza, ma la mia visione intimistica del verso mi impone questo modo e per fortuna i miei versi non girano per reading poetici ;)

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Non ho mai assistito a un reading di poesie, ma ho ascoltato la lettura di singole poesie declamate alle premiazioni di concorsi di poesia ed è quello a cui pensavo, ma anche a un'eventuale traduzione, sia pure fra sé e sé, da parte di uno straniero.

Del resto anche per me la poesia è scrittura prima che lettura, sentire prima che scrittura.

Posto anche qui una poesia che si basa sul difficile travaso dal proprio sentire alle parole, le quali, almeno per me, corrispondono solo in misura approssimativa alle mie percezioni e sensazioni interiori.

Ciao

sì sì, anche ai concorsi... manco a quelli partecipo.


attendo la tua

male facisti

Onestamente non mi dice molto, è fortemente ombelicale (non solo la seconda strofa), buona le riversificazione di Rosanna, ma anche così lascia poco al lettore.

oh, mi dispiace!!
è vero, è molto ombelicale, ma è comunque una mia prerogativa. d'altra parte credevo che le immagini proposte riuscissero ad evocare le mie sensazioni di attesa, smarrimento, disillusione e solitudine, oltre che quella sensazione di sentirsi in assenza di gravità, galleggianti in una bolla d'aria, quando ci si unisce nello sguardo di una persona che si ama...ma si vede che non ci sono riuscita.
pazienza.