c'è un profumo stantio
tra le nuvole da marciapiede
violate da piccoli lampioni
appesi alle ragnatele
Ho letto la prima strofa per immagini più che per significato, come un quadro surreale al quale cercare un senso, che credo stia in quel 'violate', tuttavia non riesco ad afferrare un senso logico; tutto sta a vedere cosa siano quelle nuvole di fumo: gli scarichi delle auto, l'inquinamento? Se così fosse sarebbero le nuvole a violare i lampioni, e comunque ci sono delle ragnatele e un ossimorico "profumo stantio".
Suggestiva lo è ma vorrei un aiut(in)o per decodificare queste metafore, anche perché ci sono strofe, in questa poesia, che mi prendono: mi sembra che questo luogo di periferia gridi per l'indifferenza, la vecchiaia che non trova pace se non nella morte, perfino la persiana ha un lamento di stanchezza e dolore, ma il finale mi sembra parlare della morte delle facili illusioni del fallimento del sogno americano che genera false chimere e tremende solitudini.
Perdonami se mi sono discostata dal tuo intento, vorrei un tuo riscontro.
sparsi nei dintorni
rumori quasi quieti
frugati tra i vicoli
e nelle indifferenze altrui
in galleria due anziani
uniti dal cuore vedovo
aspettano un sipario
senza prendere sonno
l'ultima persiana ghigna sulla sera
come fosse ferita
dalla sua stessa insegna
che balbetta fioca
un'armonica scivola nell'ombra
riportando sulla via
i fasti dell'America
il requiem di periferia
Grazie,
Rosanna
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"Le parole sono 'contenitori' troppo angusti per le mie emozioni e quando, leggendo, le sento 'soffrire'
o mi segnalano delle 'sofferenze' corro a liberarle senza pensarci due volte per provarne di più adatti".
(citazione di EEFF)