Pietro.Barone
00lunedì 11 luglio 2011 14:41
Gemme di brina sull'erba
riflettono i primi raggi.
Lunghe file di pallidi marmi
come denti marci nella terra.
Silenzio e lieve brezza
accarezzano i miei sensi.
Odore di sangue, urla di madri,
antiche eco di colpi mortali.
Non posso restare.
Maredinotte
00lunedì 11 luglio 2011 18:33
è particolare come ad immagini rasserenanti si mescolino altre molto più tetre e terribili. sono quelle reali ad essere calme (le gemme di brina sui raggi dell'alba, la brezza e il silenzio), mentre il tormento interiore si esterna attraverso quelle cupe e paurose (i denti marci, le urla, i colpi).
la scena è descritta con molta semplicità espressiva, l'unica figura retorica rintracciabile è la similitudine delle lapidi. Si nota in questo testo una propensione ad un modo di espressione che si avvicina più alla narrazione.
Pietro.Barone
00lunedì 11 luglio 2011 22:19
Touchè.
Grazie per la tua analisi.