bovarismo

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alex manunta
00mercoledì 11 maggio 2011 00:29
come procede un viaggio
da seduti si siede, ovattati lato finestrino
correndo dietro a cose ferme dove sono
soli che si può essere sorpresi intanto
tipo prima dello scatto di una foto
improvviso che sorridi, insieme ci ripensi e mosso
vieni

-sotto la voce: io che non vivo-

così anche nelle passeggiate
calme tra gli affitti a poco dei rioni
i panni stesi i pini le altalene
dicono le cosce bianche al sole, carrozzine
le barbe uscendo dalle edicole e di carta
ripuliti pezzi per gli avanzi ai gatti
unti come grida di bambini a sera


-solo una voce, sempre quella-


e beato il tempo. lui non esiste.











Nihil.
00martedì 17 maggio 2011 09:21
Non male, anche se le coniugazioni dei tempi verbali a volte non capisco che senso abbiano.

"come procede un viaggio
da seduti si siede, ovattati lato finestrino
correndo dietro a cose ferme dove sono
soli che si può essere sorpresi intanto
tipo prima dello scatto di una foto
improvviso che sorridi, insieme ci ripensi e mosso
vieni"

qui non c'è un tempo verbale corretto (presuppongo sia voluto), però questa scelta è efficace fino ad un certo punto, infatti protratta per un intera strofa da' più fastidio che senso di smarrimento e ucronia (come doveva essere nelle tue intenzioni): ad esempio il risultato estetico migliorerebbe se scrivessi "soli si può essere sorpresi/ tipo prima delle scatto/improvviso sorridi/ci ripense e vieni mosso).

Non dispiace come testo, ma ha qualcosa di abbozzato che non gli rende giustizia.





alex manunta
00sabato 21 maggio 2011 10:44
Ciao nihil, devo innanzitutto ringraziarti per la tua attenzione e pazienza, le mie risposte arrivano sempre con tempi biblici e soprattutto se. La tua impressione è precisa, questa è nata dal mio consueto impulso di liberarmi da qualcosa che mi esplode in petto e, piuttosto un grido taciuto. Non so, partendo dalla scelta del titolo sembra che io voglia a forza incasinarmi le cose, mentre le avevo ben chiare sul lavoro da farci su, non certo volendo esprimere un significato universale del termine ma, provando a tracciare il seme del tale distruttivo comportamento. Come da sempre prediligo nello scrivere, tento di scaturire immagini nel lettore, scatenandole proprio come si scatenano nel mio immaginario, correndo il rischio, appunto, di lasciare scatti poco nitidi, quando anche quelli accidentali al pavimento. Come li hai rivisti tu quei passaggi non mi dispiacciono, no, e mi hai convinto a rimetterci mano, altrimenti io la avrei lasciata affogare lentamente nel dimenticatoio. Da qui poi la inserirò anche in altro spazio. Spero convinca. Ciao e a presto.






come procede un viaggio
da seduto siedi, ovattato al finestrino
correndo dietro a cose dove sono
solo che puoi attenderti sorprese
tue comparse fronte un obiettivo
improvviso che sorridi, ci ripensi
e sfochi

-sotto la voce: io che non vivo-

così anche nelle passeggiate
calme tra gli affitti a poco dei rioni
i panni stesi i pini le altalene
dicono cosce bianche al sole, carrozzine
le barbe uscendo dalle edicole e di carta
strappi per gli avanzi ai gatti, ripuliti
unti come grida di bambini a sera


-dicerie-

e beato lui. Il tempo non insiste.

Pedro Navarra
00martedì 7 giugno 2011 21:39
Be', Alex: tu hai la capacità di fondere, sciogliere i sensi, le immagini, le figure che rappresenti nei tuoi testi, ricomponendole col tuo stile unico, che a me piace tanto. Forse nell'atto di scomposizione ''mentale'' e ricomposizione scritta, talvolta si perde qualcosa, come ha fatto notare compare Nihil, e in effetti diventano stonature, ma credo che siano piccole imperfezioni che si trovano anche nella natura, disegni non precisi, che pure esistono. Buona come l'hai riscritta, l'avevo già letta. Un abbraccio.
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