nessuno dice

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ginevra67
00sabato 6 febbraio 2010 23:09
Disatteso
é il brulicare d’ombra
su scorci di pensiero,

ritagli a spicchi,
con quel gusto d’amaro
sui pontili e
la parola che ripiega
il sottinteso,
fine al riflesso
del suo stesso suono

un blaterare d’ali,

in fondo,
dove l’anima
è l’impregnante
che satura lo spazio
del superfluo,
perfino il dissentire
ha un numero, pari al nonsenso,
e il sapore
del ghiaccio sulla lingua

essere o apparire?
questo è il dubbio
che vuota il sacco
del pietismo, ai piedi
del fonema

pesano,
dritti sopra il cuore
di vetro delle ossa,
i calci
nel freddo dell’incavo:
“nuddu ti rici,
laviti a facci cà pari chiù bedda"
Maredinotte
00domenica 7 febbraio 2010 10:43
non sai quante volte l'ho letta...

intensa, amara e dura, io la trovo molto bella. anche la frase finale, in dialetto, che rimanda alla tradizione popolare e ad un pensiero interno, quell'urlarsi dentro con la voce che è più nostra.

costatazione personale sull'argomento: io preferirei mille volte restare ferita dalla verità, che essere accarezzata da chi lo fa solo per piaggeria. naturalmente esistono le bellissime vie di mezzo... [SM=g8320]

ti segnalo l'ultima strofa, difficile da leggere per l'accostamento dei due genitivi (forse è un refuso?):

pesano,
dritti sopra il cuore
di vetro delle ossa,
i calci



mentre le immagini che hai ricreato mi piacciono moltissimo. soprattutto quel "blaterare d'ali" che mi risuona nella mente e che dà proprio il senso di un parlare a vuoto.
al_qantar
00domenica 7 febbraio 2010 12:30
Concordo appieno l'analisi di Mare, compresa la nota sul verso dell'ultima strofa

pesano,
dritti sopra il cuore
di vetro delle ossa,
i calci

che trovo anch'io di difficile lettura e penso che una impostazione diversa può dare maggior risalto all'immagine di questi "calci che pesano sopra il cuore di vetro delle ossa"
Il contorcimento che nota Lunasepolta nell'apertura e che spiega in un altro post trovando il mio consenso, ricalca, a mio parere, quel dualismo di cui abbiamo parlato e che non sarebbe positivo se fosse una costante. Sento, anzi ne son certo, che si tratta di un transito,
un passaggio che vede insieme vecchio e nuovo e quindi, evidenti dislivelli è di linguaggio, è di forma all'interno dello stesso discorso

Questa poesia mi appare abbastanza chiara e si direbbe che la nostra Ginevra sia li li per trovare la sua giusta armonia.

Bello il finale con verso in dialetto siciliano nella parlata catanese che elimina spazio tra il locale e l'ampio fornendo al lettore un gateverso il nostro popolare.

Traduco il verso per chi non conosce il siciliano.

"nessuno ti dice lavati il viso cosi sembri più bella"


Sebastiano
ginevra67
00lunedì 8 febbraio 2010 19:11
Carissima maredinotte, concordo appieno con la difficile lettura dei versi che evidenzi, credo che:

"pesano, dritti
sopra il cuorevetro
delle ossa,
i calci"

dovrebbe andare molto meglio. Fammi sapere cosa ne pensi...

Concordo anche su: "LA VERITA', TUTTA LA VERITA', NIENT'ALTRO CHE LA VERITA'", ma anche la verità deve avere una valenza costruttiva e bisogna sapere come, dove, quando e in che modo porgerla. Infatti proprio perchè è "la verità", non sempre siamo in grado di riferirne addolcendola un pò.
Ma se la verità é tale, devo proprio addolcirla?
Diciamo che non posso dare la stessa verità ad un adulto e ad un bambino, devo necessariamente cambiare la modalità nel riferirla, senza tradirne ovviamente la sostanza.
Anche in un contesto poetico, la verità è sempre ben accetta e preferibile alla piaggeria, purchè non si dimentichi mai il rispetto per la poesia, che come Leda ha detto in altra sede, non deve mai essere mortificata.

Grazie di cuore della lettura e di aver azzeccato in pieno il senso di "quel blaterare", insieme alla voce interiore che emerge in quell'ultima frase in dialetto.
ti abbraccio forte [SM=g8322]


A te caro al_qantar, dico che anch'io spero che quel dualismo sia solo transitorio, anche perchè trattenerlo sarebbe soltanto un peso inutile, quasi come la pelle del serpente dopo la muta.
Ma sono sicura che con il vostro aiuto, riuscirò a lasciare il vecchio e a dare voce a tutto quello che mi urge dentro. [SM=g11405]

Grazie a tutti di esserci. [SM=g9550]
Maredinotte
00lunedì 8 febbraio 2010 19:57
e se invece spostassi semplicemente la disposizione?

pesano, dritti
sopra il cuore di vetro
delle ossa, i calci


mi pare che semplicemente staccando le specificazioni arrivi il senso, mentre quel "cuorevetro delle ossa" un po' mi confonde (naturalmente è un'impressione personale).

sono contenta comunque di essere entrata bene nei significati delle tue parole. ad un certo punto non ne ero convinta! ;)

un abbraccio a te [SM=g11405]
ginevra67
00venerdì 12 febbraio 2010 20:44
E così , sia!!!
Accolgo il tuo suggerimento cara maredinotte, in effetti cambiando solo la disposizione, non si altera nulla e non si crea nessuna forzatura o confusione...
grazie di cuore [SM=g8322]
Francesca Coppola
00sabato 13 febbraio 2010 18:40

è meravigliosa, brava Giusy! [SM=g11405]
Ecat Mel
00domenica 14 febbraio 2010 10:13

sai trovo molto bella questa tua poesia, profonda e da buona siciliana, adoro la chiusa, nel dialetto c'è tutto il senso... brava
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