Allora,
Buongiorno!
Dopo un pò di peripezie tecniche, nell'avviluppante buracrazia
internettiana, eccomi approdato qui ...
Beh, qualcuna già mi conosce, perchè frequentiamo altri simili lidi, a loro dico: prima grazie per l'invito e poi che cercherò di dare il mio modestissimo contributo nei limiti di tempo possibili e sempre secondo "me stesso", cioè nel segno della mia passione per la Poesia e dell'Arte in generale, salvo mie capacità errori e niente omissioni!
Agli altri/e solo che troveremo le coordinate giuste per conoscerci e dialettizzarci (parola a me sacra di cui ne abuserò sia nei significanti e sia nella pratica ...)nel nome e per conto della Poesia ...
Quindi un salve a tutti
e andiamo a cominciare!
Avevo pensato, a titolo di presentazione,di postare questa mia cosuccia, così per dare delle traccie, su come intendo il poetare e
anche alcuni frammenti di me stesso ...
Ci provo:
IL LUPO SELVAGGIO
Sono un’antilope ferita
Un fagiano di paglia e di fieno
Una lepre pazza dalle orecchie vispe
Un’allodola del Signore che non riluce
Una pecora di mare
Un montone di pianura
Una capra di collina
Un ariete della porta del castello
Un agnello sgozzato che bela: alleluia!
Sono un quadrupede senza colpa
Un bipede innocente
Un pancia-a-terra purulento e immacolato
Un pachiderma corazzato e rimbambito
Un uccello gonfio d’aria e madido di pioggia
Un invertebrato che lauda l’altissimo
Una mosca sporca di cioccolata
Un rospo che vota repubblicano
Sono un bisonte scornato e accorato
Sono un orso terribile: imbalsamato
L’unica paura per l’uomo solitario
È come parlare nel bosco al lupo:
Angelo selvaggio!
... mi rendo conto, che possa apparire un po' istrionica ma,
essendo sostanzialmente un'autoironia: presa con beneficio d'inventario:
potrebbe provocare discussione:
ed io amo l'arte che fa pensare, riflettere, incazzare e discutere ...
Ciao a tutti
RA (ah io mi firmo così, ma la burocrazia m'ha imposto i trattini, boh
paranoie sue ...)
"(...)Le ascoltavo, seduto sul ciglio delle strade,
nelle calme sere di settembre in cui sentivo
sulla fronte le gocce di rugiada, come un vino vigoroso;
in cui, rimando in mezzo a quelle ombre fantastiche,
come fossero lire, tiravo gli elastici
delle mie suole ferite, con un piede contro il cuore."
Arthur RIMBAUD