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la matita di Mario

Ultimo Aggiornamento: 09/01/2011 11:19
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Post: 1.681
16/10/2010 00:28
 
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Dove si nascondeva Marietto quando tutto perdeva la lucentezza della spontaneità, quali strade percorreva la sua mente, sua madre non poteva capirlo. Semplicemente lui stava da qualche parte molto lontana da lì anche se le sue ossa, la sua carne, la sua pelle, rimanevano molli, racimolate sulla sedia della cucina. Una sedia di legno con le asticelle a sorreggere la distanza tra i piedi, ad opporsi alla forza che li voleva più vicini.
Doveva essere amore, pensava Marietto e con i suoi piedi grossi ci spingeva sopra con forza. Voleva spezzarle per consentire alle due longilinee figure di riunirsi. Probabilmente non aveva calcolato la caduta o, forse, quella di restare seduto non rappresentava una delle sue priorità.

Era uno di quei giorni, che non capitavano poi tanto di rado, in cui il ragazzetto dallo sguardo assente era in viaggio con se stesso. Gianluca, lì fuori, lo aveva deriso per l’ennesima volta a causa della sua calvizie prematura e per l’andamento claudicante che lo faceva procedere di sghimbescio, un po’ a saltelli, simile ad una ranocchia. Gli aveva fatto volare dalla testa il suo berretto rosso senza il quale si sentiva menomato, che si era andato ad impiccare tra i rami di un albero non troppo alto, ma abbastanza per impedire al ragazzo di recuperarlo. Così, invece di inveire contro l’insolente compagno di scuola, abbassò la testa tra le mani per la vergogna e, ingoiando una lacrima, proseguì veloce quanto poteva in direzione di casa. Ora, incazzato nero più per la sua incapacità di reazione che per la cattiveria di Gianluca, torturava la povera sedia e fissava il suo blocco di fogli bianchi. Lui non voleva scrivere su fogli a righe o a quadretti, li voleva immacolati, spogli, anch’essi calvi, liberi da quei capelli ora liscissimi e dritti, ora ricci e ben sistemati.

Cosa fissava Marietto la mamma se lo chiedeva anche quel giorno, e nel frattempo lui era già entrato nell’altra dimensione. I numeri della lezione di matematica avevano preso vita… lo 0 gli aveva aperto un varco per entrare nel suo mondo segreto e fu lì che la X era diventata un grosso sole dai raggi lunghi che illuminava un bel prato di 1 verdi brillante. “Buongiorno Mario” lo salutò il signor 8 sorridente e rubicondo come sempre. Dal lago i colli lunghi dei cigni scrivevano serie di 2, il 4 era un bambino saltato in braccio al suo papà. Una mamma dondolava sulla pancia di un 6 e morbide nuvole di 3 disegnavano cuoricini nel cielo. Era uno strano mondo quello in cui era capitato, sembrava quasi di stare nel paese delle meraviglie e, in effetti, era proprio quello che Mario aveva sempre desiderato. Cominciò a correre felice salutando tutti. Era sicuramente un 5 proteso nello scatto e la visiera ben schiacciata sulla fronte.

Insomma, Marietto non inventava solo storie, ma faceva rivivere i numeri in paesaggi fiabeschi, ben lontani dal freddo mondo che, per tanti, rappresenta la matematica. E non li scriveva a penna – altra dannazione della sua insegnante- bensì a matita. Per tutti un vizio che non riuscivano ad estirpare, per lui l’unico modo per accedere al suo universo parallelo.
Il fatto è che i numeri scritti a matita hanno una rotondità rassicurante –si giustificava Mario, ma non lo faceva ad alta voce, consapevole che l’avrebbero trattato da scemo ancor più del solito, se lo sussurrava a mente contemplando il foglio con amore- sembrano accarezzare la carta con decisione e delicatezza.

Guardava i calcoli stesi sul foglio senza alcun interesse per il risultato, ammaliato solo dalla bella grafìa, dalla limpidezza dello spazio bianco tra i segni. Tutta quella purezza, quella semplicità, lo faceva stare bene. L’inchiostro invece era troppo violento per i suoi gusti e ogni volta che usava la penna, pasticciava sempre il foglio con mille scarabocchi e goccioloni neri o blu che non andavano mai via. Invece con la matita sì, che aveva stile!
Forse si trattava della morbidezza della grafite sbriciolata, o della quiete del grigio, fatto sta tutto scivolava con naturalezza.
Passò sotto una fila di lampioni spenti saltando nella luce tenue del tramonto, aggrappandosi ai poggia fiori a metà altezza dei suoi 7 e le gambe divennero talmente veloci che nel turbine della corsa nemmeno si vedevano, avevano solo la curva, rotonda e liscia, di un sogno.
[Modificato da Maredinotte 09/01/2011 00:33]

"La più alta forma di intelligenza umana è la capacità di osservare senza giudicare." (Jiddu Krishnamurti)
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Post: 798
16/10/2010 09:01
 
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Che vera chicca questo racconto, che bellezza, ha il sapore di una favola lontana, come quelle che di rado si leggono... bravissima sai cosa ne penso, sei magia quando scrivi
[SM=g11405]
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Post: 1.681
18/10/2010 12:52
 
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sei dolcissima e ti ringrazio molto dell'incoraggiamento che, a volte, ci vuole! [SM=g8204]

[SM=g8322]

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Post: 7
17/12/2010 00:37
 
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La bellezza, la delicatezza, quel sottile filo conduttore che "prende" fin dal primo rigo e ti porta a spasso per un mondo disegnato in maniera impeccabile, uniti ad una dimostrazione di fantasia fuori dal comune, ha fatto sì che io perdessi la ritrosia a scrivere in questo posto e possa esprimerti la mia ammirazione per ciò che hai scritto.
Complimenti.
[Modificato da sequenza_binaria 17/12/2010 00:38]
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Post: 1.681
17/12/2010 11:13
 
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la bellezza sta negli occhi di chi guarda (forse l'ha già detto qualcuno! [SM=g8185] ) e perciò ti ringrazio di esserti lasciato condurre dalle mie parole in un mondo straordinario, passeggiandoci come fossi dentro. [SM=g9495]

grazie del tuo passaggio [SM=g11405]

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Post: 46
08/01/2011 22:35
 
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scrivi prosa, eh?!
e pure bene, mannaggia a te!
prima di dire le mie solite cose, ti segnalo due refusini (posso vero?)
2 paragrafo: IL cui ragazzeto (errore di battitura); AVEVa ABBASSATO lo sguardo, e non abbassò, se no non si coglie che è un flashback ma sembra contemporaneo alla narrazione.

Detto ciò: quanta poesia c'è in questo modo di vedere il mondo????
Quando uno scrittore è pure poeta si vede lontano 10 miglia!
Anche io da piccola guardavo i numeri come Mario! Speriamo non faccia la mia fine, ahahaha

(ho amato la descrizione del corpo sulla sedia, altamente poetica).



Saranno cose già sentite o scritte sopra un metro un po' stantìo, ma intanto questo è mio(Francesco Guccini)
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Post: 1.681
09/01/2011 00:32
 
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grazie di avermi segnalato gli errori, mia cara.
hai ragione sul trapassato prossimo, solo che è veramente cacofonico e -viziaccio da poetastra- ho preferito prendermi una licenza poetica... potrai mai perdonarmi?
nel frattempo correggo quella L. [SM=g8204]

è bello, ogni tanto, fare incursione in mondi differenti e vedere le cose in maniera genuina...
[Modificato da Maredinotte 09/01/2011 00:33]

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Post: 46
09/01/2011 11:14
 
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si, ti posso perdonare, ma il mio occhio griderà ERRORE lo stesso XD



Saranno cose già sentite o scritte sopra un metro un po' stantìo, ma intanto questo è mio(Francesco Guccini)
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Post: 1.681
09/01/2011 11:19
 
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[SM=g9295]

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