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Sulla discrepanza fra web e realtà: le vendite dei nostri testi

Ultimo Aggiornamento: 02/03/2010 13:25
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Post: 711
03/02/2010 19:00
 
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Non so' se è questa la sezione giusta per questa piccola riflessione, nata da esperienze avute di seconda mano, da persone che conosco e stimo come poeti... i casi sono già 3, e tutti hanno lo stesso comun denominatore: dopo aver ricevuto decine di lusinghiere recensioni su blog e forum, il poeta in questione decide di pubblicare una raccolta a proprie spese, presso una tipografia piccola ma dignitosa, che gli chiede in cambio di acquistare 100 copie su 500 stampate, al modico prezzo di 1000 euro, che il nostro versa senza problemi calcolando di poterle smerciare con tanto di guadagno in poche settimane, i mesi però passano e le copie vendute si contano sulle dita di una mano (escludendo quelle rifilate a parenti ed amici, acquistate quindi per simpatia e non per il "valore poetico" della raccolta)...
la reazione del nostro è poco signorile ma comprensibile: comincia a diventare diffidente nei confronti delle lodi, fino a chiedere esplicitamente alla fine di una recensione elogiativa se l'autore della stessa gli ha comprato il libro, e scoperto che ovviamente quest'ultimo non l'aveva fatto e non l'avrebbe fatto neanche sotto tortura, il nostro poeta s'arrabbia non poco, e risponde a male parole... il finale abbastanza scontato ve lo lascio immaginare, io da queste storie ho tratto le seguenti riflessioni, abbastanza amare:

1- Prima di arrischiarsi a pubblicare un libro a proprie spese, tastare bene il terreno.

2- Mai contare sugli elogi virtuali, visto che non costano nulla: le parole volano, ma 10 euro in tasca fanno comodo.

3- Meglio rivolgersi a case editrici che si assumono il compito di fare un minimo di selezione letteraria, in modo da sapere di essere pubblicati in una collana di qualità che ha un suo venduto per il prestigio dei selezionatori, oltre che per il valore delle proprie composizioni.

4- Curare la promozione del proprio libro ed eventualmente fare un giro pre-promozionale per vedere se le poesie funzionano: fare i conti sul numero delle visite al proprio blog e sul numero di elogi nei forum può essere fatale, quindi meglio cercare di guadagnarsi una clientela più tradizionale, legata al giro delle letture pubbliche e dei mini festival del libro.

Che ne pensate? è troppo pessimistica questa mia visione? che esperienza avete avuto a riguardo?




"Il poeta è puro acciaio, duro come una selce" Novalis

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Post: 1.652
03/02/2010 19:11
 
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Si, penso che come sezione possa andare.
Per quanto concerne il discorso, sono totalmente d'accordo con te.
La sincerità e l'onestà intellettuale non vanno di moda, sono un bene alquanto raro e personalmente diffido sempre dagli elogi, eccetto i casi in cui conosco gli autori e li apprezzo.
Non mi sognerei mai di spendere un euro per quello che scrivo e non perchè non ci credo, ma semplicemente penso che se valgo davvero, si vedrà col tempo.



"i ritorni hanno rugiada sulla bocca e sorrisi fra mani confuse"
www.francescacoppola.wordpress.com
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Post: 711
03/02/2010 19:40
 
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Però gira e rigira è un circolo vizioso:

per partecipare ai concorsi più prestigiosi bisogna avere qualcosa di pubblicato; per aver qualcosa di pubblicato aggratis bisogna vincere i concorsi minori e sperare che una casa editrice di un certo nome (escludiamo quindi le tipografie e le case editrici piccole, che pubblicano qualsiasi cosa a cash) ti noti e ti pubblichi; altrimenti fai da te, con il rischio di rimetterci di tasca tua; non riesco quindi a capire quel "se valgo davvero, si vedrà col tempo." come si concretizza nei fatti: pubblichi sui forum finché qualche casa editrice non ti contatta?


"Il poeta è puro acciaio, duro come una selce" Novalis

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Post: 1.652
03/02/2010 19:47
 
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no... certo che no.
Partecipo ai concorsi, minori e non, sperando di vincere o di farmi conoscere. Ci vuole tempo, questo intendevo...



"i ritorni hanno rugiada sulla bocca e sorrisi fra mani confuse"
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Post: 711
03/02/2010 19:52
 
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Ah, ok. Altrimenti ci sarebbero volute ere geologiche e un colpo di fortuna degno del superenalotto prima che si smuovesse qualcosa da sè [SM=g8320] .

Ps: la cosa più tragicomica sull'auto-pubblicazione a pagamento è che quando chiede in giro nell'ambiente tutti dicono "io non lo farei, neanche minacciato da una pistola alla testa", ecc ecc poi per vie traverse scopri che uno l'ha fatto, l'altro a preso contatti ma gli sembravano troppi soldi, ecc è tipo quando chiedi ad un gruppo di uomini se sono mai andati a prostitute in vita loro, tutti dicono no, e poi piano piano scopri che almeno la metà ci è stato [SM=g8228]







[Modificato da Nihil. 03/02/2010 19:57]
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Post: 1.681
03/02/2010 20:41
 
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Re:
Nihil., 03/02/2010 19.52:

Ah, ok. Altrimenti ci sarebbero volute ere geologiche e un colpo di fortuna degno del superenalotto prima che si smuovesse qualcosa da sè [SM=g8320] .

Ps: la cosa più tragicomica sull'auto-pubblicazione a pagamento è che quando chiede in giro nell'ambiente tutti dicono "io non lo farei, neanche minacciato da una pistola alla testa", ecc ecc poi per vie traverse scopri che uno l'ha fatto, l'altro a preso contatti ma gli sembravano troppi soldi, ecc è tipo quando chiedi ad un gruppo di uomini se sono mai andati a prostitute in vita loro, tutti dicono no, e poi piano piano scopri che almeno la metà ci è stato [SM=g8228]





e infatti lo dicevo pure io [SM=g8228] però sono ancora della stessa opinione, anche se... mai dire mai!

personalmente non mi sono sentita ancora pronta per tutto ciò, io scrivo e mi piace imparare a farlo, ma essendo una gran rompicoglioni con me stessa, non sono mai soddisfatta e quindi non penso nemmeno che una mia poesia possa stare bene in un libro. pensa che la prima volta che il sito in cui ho cominciato a scrivere editò un'antologia tramite lulu.com, io non volli che sotto la mia poesia comparisse il nome. [SM=g8228] ora sì, il nome ce lo metto! [SM=g8204]

nelle tue conclusioni non sei affatto pessimista, purtroppo è tutto realismo. già si vendono pochi libri, quelli di poesia poi ancora meno e se non sei edito da una casa editrice discreta che ti faccia anche un pochino di pubblicità, che speranze hai?
su internet comunque ci sono piccole soluzioni come lulu.com che non ti consentono un guadagno, nè una pubblicità adeguata, ma per lo meno non ci rimetti nulla, poichè stampano solo le copie effettivamente vendute.
poi penso anche che ci si potrebbe far conoscere on line, proponendosi in quei siti letterari o e-zine in cui una redazione seleziona accuratamente i testi da mettere in vetrina.
e come dici giustamente anche tu, sarebbe interessante cominciare a frequentare dei reading in città, parteciparvi, avere quindi un contatto umano e fisico con la gente... ecco, questo sarebbe già tastare il terreno.
non so, alla fin fine non mi sono mai posta il problema fin'ora, e proprio per questo e per tutte le cose che hai detto, un libro non me lo autoprodurrei, a meno che non volessi stampare una decina di copie da regalare ai miei amici.


[Modificato da Maredinotte 03/02/2010 22:47]

"La più alta forma di intelligenza umana è la capacità di osservare senza giudicare." (Jiddu Krishnamurti)
robertadaquino.wordpress.com



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Post: 711
03/02/2010 23:00
 
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Il reading modello

Anche sui reading devo disilluderti: una buona partecipazione si attesta sul numero stratosferico di 20 auditori, 30 è già un successone e si ottiene solamente se il poeta è veramente famoso, oppure ha una famiglia molto numerose che accorre. Io sono andato a qualche lettura pubblica giusto per capire com'è l'ambiente e il giro, ma è qualcosa di sconfortante: il più affollato che ho visto è stato all'anfiteatro greco di Ancona 4 anni fa, e leggeva niente meno che la Gualtieri, ed eravamo (tolti i 15 organizzatori) 25, di cui 3 giovani sotto i 30 anni, il resto dai 50 in sù. Per renderti l'idea ti descrivo il reading medio, quello che se vogliamo potrebbe fare da base per un sketch di zelig:

ore 19-19:30, la libreria xxx del centro chiude i battenti, per dare inizio alla performance poetica, si presentano nell'ordine: i poeti (di solito dai 2 ai 4) intimiditi ed emozionatissimi, accompagnati da mamme in lacrime, fidanzati/fidanzate sbadiglianti, amici/amiche con la fotocamera digitale, poi fa il suo ingresso Piddù Pulippu, noto critico letterario del quotidiano cittadino, autorità poetica massima nel raggio dei 50 km della circonferenza provinciale, tenuto a braccetto dall'editore/editrice organizzatore della serata, di solito di mezza età, laureato in marketing, conosce a memoria tutti i titoli, gli autori e le date di pubblicazione del suo catalogo, salvo non aver mai letto una poesia degli autori che sta per presentare come le punte di diamante della sua scuderia (!!), a sorvegliare arcigno l'evento il padrone del negozio, conscio che se tutto va bene guadagnerà 20 euro per l'ora in più di lavoro (prende la percentuale sui libri venduti). L'ambiente in cui si svolge la suddetta manifestazione si presenta più o meno così: banchetti nel bel mezzo degli già stretti spazi di passaggio della libreria, con esposti i testi dei poeti invitati, più qualche altro autore di "punta" della casa editrice, naturalmente nessuno compra, perché i poeti suddetti hanno già rifilato a tempo debito il loro volumetto a tutti i parenti e gli amici fino ai conoscenti dei conoscenti dei conoscenti.

Comincia finalmente l'evento: prende la parola Piddu Pulippu facendo in bilancio di rito del livello qualitativo dell' odierna italica stirpe poetica, estremamente elogiativo naturalmente (anche se gli ultimi poeti di levatura internazionale sono stati Montale, Luzi e la Merini, cioè la generazione di prima di metà 900'!!), l'elogio poi si sposta nel particulare dapprima incensando la casa editrice dei poeti (che fra l'altro paga l'onorario del critico) e poi infine quest'ultimi, virgulti che daranno nuovo lustro a così insigne tradizione. Finito lo spompinamento d'obbligo (durata media 5-10 minuti), il suddetto critico passa a leggere i profili "poetici" dei partecipanti, parlandone a sommi capi -per non dire a spanne-, tanto che il profilo di uno può benissimo essere quello dell'altro, anche perché se uno è paragonato a Montale, l'altro lo è necessariamente a Ungaretti, poi in ordine di scomodamento di defunti seguono Luzzi, Quasimodo, Gatto, ecc questo scempio dura dai 4 ai 6 minuti, poi finalmente si passa al sodo, ossia alla poesia: l'editore presenta l'autore che sta per leggere, dapprima citandone età (solo per gli uomini ovviamente), professione e zona di provenienza, poi ne snocciola con faccia compiaciuta i premi vinti, che di solito sono di concorsini di paesotti e di università della terza età, fatti passare sotto banco per premi "nazionali ed internazionali" ben sapendo che nessuno andrà a controllare.

Il primo poeta comincia finalmente a leggere: alla prima poesia tutti attenti, alla seconda scoppia il pianto della madre/padre dell'autore, che non pensava al momento del concepimento certo che il suo pargoletto sarebbe diventato un "poeta", alla terza cominciano i mugugni di tutti quelli che non sono parenti e/o amici del recitante, si tirano fuori i cellulari, si messaggia coperti dagli scaffali, fingendo di seguire la recitazione sul proprio volumetto, aperto in maniera strategica per coprire mano e cellulare. Alla quinta di solito cominciano le battutine, si sottolinea un verso letto male o un espressione da pesce lesso dl performer, seguiti immancabilmente dal "shhh" della madre/padre dello stesso, arrivati agli sgoccioli il poeta dice "leggo questa ultima" per avvisare anche chi si è addormentato che alla fine dell'ultima parola deve applaudire. Stessa cosa vale anche per i poeti 2,3 e 4.

Finita la lettura, c'è il classico ed immortale "Ci sono domande?" -a cui tutti ovviamente muti come ai tempi della scuola-, infine il grazie dei poeti, dell'editore e del critico, che non vede l'ora di scappare a casa (l'onorario infatti prevedeva un'ora sola di presenza). Segue rinfresco al bar più vicino, con i poeti che si pavoneggiano del lusinghiero giudizio dato dal buon Pulippu, che trovano sprecato su un giornale di provincia quando avrebbe la levatura per fare il critico della "Repubblica" o del "Corriere"... seguono discorsi più o meno sconclusionati sullo deprecabile stato della poesia italiana, sul fatto che i giovani geni non vengono scoperti se non da piccole case editrice coraggiose -sorriso compiaciuto dell'editore- che si accollano il rischio economico di puntare sui veri talenti (tutti hanno pubblicato a pagamento, ma fanno finta di non saperlo, credendo magari che gli altri non lo sappiano!). Finito il rinfresco ognuno alla cassa a pagare (con la ceppa il buffet aggratis!) seguono saluti di rito e all'arrivederci a questo o a quel reading.


Ps: qualunque cosa facciate non sedetevi mai e poi mai accanto alla madre/padre di uno dei poeti che hanno letto, vi si attaccherebbe come una cozza allo scoglio, parlandovi di come già a pochi anni la propria/o figlia/figlio avesse doti paranormali, che sarebbero maturate lentamente fino al pieno dispiegamento del genio... seguono foto d'archivio (!!) d'infanzia e d'adolescenza, penose quanto una birra calda rifilatavi a ferragosto.



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Post: 1.681
03/02/2010 23:07
 
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quantomeno, se lo guardo da fuori, mi faccio due risate! [SM=g8229]

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Post: 711
03/02/2010 23:27
 
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Magari... alla fine bene o male ci cascano tutti, del resto se pubblichi ti tocca farteli, anche solo per vendere 2 copie in più; poi non è detto che vada tutto male, puoi sempre trovare uno come me in ultima fila con chiodo e Mp3 che a fine lettura ti avvicina e ti chiede: quali sono gli autori che hai letto negli ultimi 2 anni? al che il 90% dei poeti che s'incazza come un alce a cui hai pestato lo zoccolo, però trovi ogni tanto qualcuno che si mette a parlare, così se le poesie lette durante la serata non sono questo granché, scopri almeno nuovi autori. La cosa che più mi indigna è che il buffett non è gratis! [SM=g8228]



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Post: 1.652
04/02/2010 19:10
 
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beh! di certo è avvilente quanto racconti, ed è anche per questo che decisamente evito tali eventi, perdipiù ti dirò che non ho mai pensato di lucrare su quanto scrivo. Il fine che mi muove è un altro, ma un po' per narcisismo, un po' per curiosità ultimamente avevo dato un'occhiata in giro, ma vedo un'area satura nonchè indifferente e allora di lì l'idea di creare un forum per cercare altre persone con la stessa voglia matta di confrontarsi, di crescere insieme ecc.




[Modificato da Francesca Coppola 04/02/2010 19:45]


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Post: 275
22/02/2010 23:21
 
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Interessante quanto racconti, grazie per averlo condiviso.
Purtroppo lo stato dell'editoria è penoso, questo è risaputo...tutti scrivono ma nessuno (o quasi) legge, soprattutto opere di poesia.
Come fa un autore di talento a farsi conoscere?
Vorrei ci fosse una garanzia: proponi qualcosa e , se questo è valido, investono su di te. Ma ahimè questo quando avviene?
Se ti affidi ad una casa editrice minore, basta che sganci i soldi e puoi pubblicare (infatti scrivono cani e porci, senza offesa) e poter dire di aver pubblicato il tuo libro che avevi nel cassetto. Che nella stragrande maggioranza dei casi non uscirà dal circuito amici/parenti. Guadagno zero.
Se contatti una casa editrice seria (ditemi se sbaglio) devono prima risponderti e se lo fanno ti chiedono di uscire un bel po' di soldi. Anche con cose tipo "Il Filo" bisogna fare il preventivo.

E mi fa rabbia che l'arte, il talento, la cultura, non siano tenuti in nessuna considerazione nella nostra società (discorso che non riguarda solo la poesia e l'editoria), a me dà ai nervi che gente come Moccia o Melissa P. venga celebrata come grande scrittore quando in questo forum ci sono persone che scrivono mille volte meglio e cose di sostanza. Ma non venderebbero, nessuno investirebbe su di loro, perchè la gente non sa discernere la qualità, l'arte, il talento, non li conosce per cui non li cerca, e non sa guardarsi dentro. Cose di questo tipo restano di nicchia.

Per portare la mia esperienza personale, nonostante in cuor mio da sempre mi piacerebbe pubblicare qualcosa, ho troppo rispetto della letteratura e della poesia (se possibile ancora di più in un certo senso) per prendere in seria considerazione l'idea di farlo. In più, per la mia timidezza e riservatezza per tutta l'adolescenza proprio non mi è passata per la mente neanche l'idea di partecipare a concorsi. Ho solo pubblicato con pseudonimi sul web. Di questo adesso mi pento perchè avrebbero potuto rappresentare un'occasione di crescita.
Inoltre, mi inorridiva l'idea di lucrare su quelle che erano le mie emozioni.

Oggi, l'idea di fondo di (sana) inadeguatezza non è scomparsa, essendo però più cresciuta guardo anche con più concretezza a quello che è l'avvenire professionale e rifletto su come ciò che è fare arte (o almeno ci si prova) sia svilito se non per nulla considerato. Voglio dire: anche saper scrivere è un talento, un'abilità, perchè ad una persona che lo possiede (non dico di me, parlo in generale) non viene riconosciuto? O una persona che ha una vena poetica e letteraria, non viene incentivata a coltivarla. Non mi sembra giusto.
Non è giusto.

Oggi, è stata una grande emozione vedere il mio nome fra quelli di una raccolta promossa da un sito. Non mi sento però pronta per pubblicare qualcosa di mio perchè sento di dover maturare ancora poeticamente e di avere molto da imparare. Sì, credo si abbia sempre qualcosa da imparare ma non mi sento matura come vorrei. In questa fase poi sto sperimentando molto nel mio stile. Intanto pubblico qui dove ricevo utilissimi consigli per capire quali sono i miei punti di forza e quelli deboli, per migliorare, il semplice leggere e lo scambio proficuo e preziosissimo mi aiutano a crescere. Magari finalmente tenterò qualche concorso. E staremo a vedere...


"...la poesia è più filosofica e più elevata della storia: la poesia esprime piuttosto l'universale, la storia il particolare..." (Aristotele)
"Per fare un prato occorrono un trifoglio ed un’ ape, Un trifoglio ed un’ape E la fantasia.La fantasia da sola è sufficiente se l'ape è assente."-Emily Dickinson-
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Post: 711
23/02/2010 22:11
 
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Io non ce l'ho particolarmente con Moccia&company: producono in tipo di letteratura adeguata ad un certo tipo di target, che non è lo stesso di chi legge Musil o la Bre... potremmo chiamarla letteratura popolare, un po' come la musica pop di Elisa o Tiziano Ferro, che punta tutto sull'immediata comprensibilità e nel dare all'uditore ciò che già sa e apprezza, invece che ricercare nuovi canoni estetici. Per quanto riguarda le case editrice "serie": ci entri solo dopo aver vinto determinati concorsi di prestigio, che a loro volta richiedono che tu abbia vinto premi minori, fra i quali c'è anche la pubblicazione aggratis (cosa non da poco)... è un circolo vizioso, però in fondo ha un suo senso. Esistono anche case editrice "medie", dove le spese di pubblicazione sono contenute e ti fanno anche promozione, il problema è che qualche premio ce lo devi avere per presentarti, e anche qualche soldo da parte. Comunque che piaccia o non piaccia, i concorsi bisogna farli, quindi olio di gomito e affinate gli scritti [SM=g8228]


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Post: 1.652
23/02/2010 22:33
 
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Su "Il Filo" avrei qualcosa da dire per diretta esperienza, ma basta inserire questo nome su google e leggerete di tutto... anche le diverse querelle cui hanno portato!

per ulteriori informazioni chiedete alla sottoscritta, ma preferisco parlarne a quattr'occhi, non vorrei essere citata per diffamazione, come altrove! [SM=g8228] [SM=g8228]
[Modificato da Francesca Coppola 23/02/2010 22:34]


"i ritorni hanno rugiada sulla bocca e sorrisi fra mani confuse"
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Email Scheda Utente
Post: 275
02/03/2010 13:25
 
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Non sono d'accordo su Moccia &Co. (e sulla musica più che Elisa -che già è ad un livello superiore di raffinatezza- citerei Laura Pausini che non a caso è molto più popolare) C'è un livellamento verso il basso nella cultura di massa, e non c'è libertà quando non c'è possibilità di scelta e gli strumenti per scegliere. Ovviamente la propria formazione individuale non dovrebbe venire dai messaggi mediatici, ma troppe volte avviene, soprattutto nei giovani. A me da fastidio che certe cose vengano passate per buona letteratura e buona musica, e auspico un mondo in cui venga dato ampio spazio a ciò che lo merita davvero (cose e persone).

Sul resto...mi informerò ;)


"...la poesia è più filosofica e più elevata della storia: la poesia esprime piuttosto l'universale, la storia il particolare..." (Aristotele)
"Per fare un prato occorrono un trifoglio ed un’ ape, Un trifoglio ed un’ape E la fantasia.La fantasia da sola è sufficiente se l'ape è assente."-Emily Dickinson-
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