Io non ce l'ho particolarmente con Moccia&company: producono in tipo di letteratura adeguata ad un certo tipo di target, che non è lo stesso di chi legge Musil o la Bre... potremmo chiamarla letteratura popolare, un po' come la musica pop di Elisa o Tiziano Ferro, che punta tutto sull'immediata comprensibilità e nel dare all'uditore ciò che già sa e apprezza, invece che ricercare nuovi canoni estetici. Per quanto riguarda le case editrice "serie": ci entri solo dopo aver vinto determinati concorsi di prestigio, che a loro volta richiedono che tu abbia vinto premi minori, fra i quali c'è anche la pubblicazione aggratis (cosa non da poco)... è un circolo vizioso, però in fondo ha un suo senso. Esistono anche case editrice "medie", dove le spese di pubblicazione sono contenute e ti fanno anche promozione, il problema è che qualche premio ce lo devi avere per presentarti, e anche qualche soldo da parte. Comunque che piaccia o non piaccia, i concorsi bisogna farli, quindi olio di gomito e affinate gli scritti
"Il poeta è puro acciaio, duro come una selce" Novalis
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