Grazie Rosario, di averci portato alla lettura di questa autrice che personalmente non conoscevo. la sua nitidezza, la sua lucidità, la rendono tagliente come quel pugnale cui si riferisce nella prima poesia e quel vetro, spesso presente nelle altre.
leggerò con tutta calma i testi, ma per ora mi soffermo sul secondo postato
Vetro
Madre
Dove son finite le tue parole di ieri?
Le ho lasciate entrare dentro di me
- grata -
acqua nella terra secca
Nulla
a parte quei pezzi di vetro
che stanno li’ piantati da una vita.
Lo porto scritto in faccia
-Assolvimi Madre
perche’ non ti somiglio -
E tu l’hai fatto Madre
Tu hai fatto piovere
le parole giuste
- Chi e’ sano va via -
mi si è conficcato nel cuore, forse per la mia sensibilità allo scontro-incontro generazionale madre-figlia, in cui sempre emergono grande amore e ammirazione, ma anche tanta insoddisfazione.
mi colpisce tutta, ma adoro rilevare i doppi sensi nelle parole e quel
grata, isolato e inciso a quarto verso, è una di quelle.
ha, infatti, valenza di sostantivo (Le ho lasciate entrare dentro di me, (come in una) grata, acqua nella terra secca) ed indica la permeabilità della nostra essenza di figli che sempre, anche inconsapevolmente, ci impregnamo degli insegnamenti dei nostri genitori. qui sarebbe comunque consapevole, dato che l'autrice sembra definirsi "terra secca". il secondo significato potrebbe essere quindi:
"Le ho lasciate entrare dentro di me
-(e te ne sono) grata-
acqua nella terra secca"
in realtà, pur variando i campi semantici, il significato di fondo resta immutato. ma mi ha lasciato a pensare.