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Oggi ho avuto uno strano transfert

Ultimo Aggiornamento: 04/11/2010 17:04
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Post: 323
03/11/2010 09:48
 
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(...)
Oggi ho avuto uno strano transfert
-mio malgrado e inusitatamente –
Mentre camminavo nell’orto adiacente
Ho visto il mondo latente
Con gli occhi della zappa bidente …

E mi doleva il dente cangerato
Consunto rugginoso e ormai andato
Ah l’ortolano sfruttator e sbadato
M’usa e mi riusa e del dente cariato
Non se ne cura per niente …

E l’altro dente era ancora di terra raggrumato
M’entrava nelle nari l’humus del concimato
Ma questo non m’impediva di veder nel resto del creato:
Zolle dure e semi semiconficcati
Erba dolce e verzura amara
Fagiolini e maggiolini tutt’in processione
E di sghembo la porticina del ripostiglio
In cui volevo restar stamani rintanato …

Ma oll’opra duro afferrato fui destinato
Prima (Ei il padron) m’alzava fin sulla siepe antica
A rimirar l’orizzonte vago
E poi giù in picchiata a mordere lo sterrato
Azzo! Ma i sassi quelli tondi o screziati
Perché prima non hai levato?
La risposta era un deng! assai scintillante
E col dente buono martellante a far biche
E forre e tracce per il seminato …

Ogni atterramento io lo sentivo sulle gengive
Come un colpo di mortaio
Da uomo intrappolato pensai:
Cazzo come l’è dura essere smazzato
Anche se la protesi è di ferro battuto
Il dolore arriva al nervo e vibra nel legno
Tutt’un fragore che lì per lì mi sembro indegno …

Poi venne la pausa che il padrone era sudato
E con “gentilezza” nella fratta fui scagliato
Soffice mi sembrò il luogo dell’impatto
Rispetto all’impiego da poco passato
Ma non so come riuscii anche ad udire
Le parole roche e farfugliate: un maledire
Sacramentante dell’uomo del podere:
“Attrezzo schifoso ora per sempre ti getto via!”
Un’arringa paesana d’accuse e sentenze:
Insomma ero inadempiente e anche un protervo rottame …


Alla pausa pranzo: avvenne il miracolo di ritorno
Mi riappalesai come soggetto in carne ed ossa
Mi guardai basito tutt’intorno:
E tra un solco una forra notai una strana fossa:
Tutta colma di stracci e manici a pezzi e ferri ritorti
(…)
Poi vidi l’ortolano arrancarci vicino con una tanica rossa
Realizzai: fra poco qui farà caldo tanto caldo e
Mi rallegrai d’essere tornato sulle mie gambe
Anche se le mascelle ancora intorpidite
Mi frenavano le parole presenti o recondite …

……………………..

Da quel dì che mi lasciò quasi smorto
Più non passai per quell’orto
Ma da distanza di sicurezza garantita
Cercai ancora una volta di sbirciare
So che c’era ancora l’ortolano in vita
Che continuava la roba sua a coltivare
Però i suoni m’arrivavano assai diversi:
Come un borbottio palpitante a scoppio:

Feci bene a non ire più nell’apprezzamento
Da un amico seppi dell’arcano cambiamento …
Ed il cuore mi chiuse a cappa:
Pensate voi se il transfert m’avesse di nuovo preso a tradimento:
Avrei sentito visto e sofferto come motozappa!



......................
"(...)Le ascoltavo, seduto sul ciglio delle strade,
nelle calme sere di settembre in cui sentivo
sulla fronte le gocce di rugiada, come un vino vigoroso;
in cui, rimando in mezzo a quelle ombre fantastiche,
come fossero lire, tiravo gli elastici
delle mie suole ferite, con un piede contro il cuore."
Arthur RIMBAUD
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Post: 1.681
04/11/2010 08:58
 
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ahahahaha!!! tu sei un grande!

come hai fatto a trasferirti in una zappa?

certo è che dovremmo avere più cura e amore anche e forse soprattutto per gli oggetti che usiamo per il lavoro.

un bacino [SM=g8362]

"La più alta forma di intelligenza umana è la capacità di osservare senza giudicare." (Jiddu Krishnamurti)
robertadaquino.wordpress.com



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Post: 323
04/11/2010 16:40
 
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Re:
Maredinotte, 04/11/2010 8.58:

ahahahaha!!! tu sei un grande!

come hai fatto a trasferirti in una zappa?

certo è che dovremmo avere più cura e amore anche e forse soprattutto per gli oggetti che usiamo per il lavoro.

un bacino [SM=g8362]



Beh Roberta,
qui gli oggetti sono secondari,
il mio intento era quello d'ironizzare
su certi transfert azzardati che a volte fanno alcuni poetanti,
quel gusto tutto letterario di mettersi in mentite spoglie
in occasioni et persone et fatti,
a loro completamente estranei ...
Sbaglierò, ma ho in odio l'ipocrisia
anche quella fatta ad "arte" ...

cmq
Grazie
per la lettura

Ciao
Rosario


"(...)Le ascoltavo, seduto sul ciglio delle strade,
nelle calme sere di settembre in cui sentivo
sulla fronte le gocce di rugiada, come un vino vigoroso;
in cui, rimando in mezzo a quelle ombre fantastiche,
come fossero lire, tiravo gli elastici
delle mie suole ferite, con un piede contro il cuore."
Arthur RIMBAUD
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Post: 1.652
04/11/2010 17:04
 
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allora siamo in due a non sopportare l'ipocrisia.
Molto ironica, piaciuta!


[SM=g8322]




"i ritorni hanno rugiada sulla bocca e sorrisi fra mani confuse"
www.francescacoppola.wordpress.com
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