mi piace questo rivolgersi alla storia che, ahimè, non è passata.
per quello che riguarda la forma, avrei da parte mia dei piccoli appunti. ma faccio prima se ti segno le parti che cambio.
Viaggi di non ritorno
prima dello spreco di pane e d'abbondanza
non era il tempo della falce
nel pugno
la terra aveva il volto degli avi
e gli occhi teneri di maggio
gli alberi sognavano una festa
di pomi rossi e gialli
sembrava un patto eterno
tra vecchi che raccontano l'inverno
all'impazienza d'erba dei bambini
ruscelli di speranze
rinverdivano le siepi e giorni scalzi
con muschio e bacche nuove al biancospino
le madri
che sapevano di nido -
ma alcune
. . . . . . . .con i graffi sulle mani
pensavano alle rondini in partenza
dalle grondaie ad altri continenti
lo stesso come fanno a volte i figli
che partono e non sanno più tornare