Ecco una seconda versione, riveduta e corretta
Siamo un composto, una stanza
la pioggia che cade sulle auto
parcheggiate vicine, a distanza
non abbiamo casa
ma un numero e un televisore
col telefono a far da elettrone
ci urtiamo, dividiamo
eppure la notte non ci strappa
più bestemmie, credo al sogno
di una famiglia mononucleare
nel garage a due posti,
nel figlio su richiesta
in un pompino
sdraiato sul balcone
non chiedo grandi cose
un lavoro fisso, l'amante
da non sposare, niente immigrati
una buona prestazione della nazionale
ma tu vuoi un senso, dell'amore
l'instabilità da shakerare
quando fuori piove e io sono qui
sul foglio digitale,
a scrivere, a registrare
il tempo che ci decompone
in particelle elementari.
"Il poeta è puro acciaio, duro come una selce" Novalis
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