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28/08/2011 00:13 | |
inaspettato
quel fiore nero sulla bocca
è la mia ragazza la finestra d'ombra
che finge miele dai calici, che si attarda
con gli ulivi sui crinali, che mostra il fondo
dei pozzi, le stanze privi di confini
dove caccio il chiasso dei sogni
le costellazioni marine, i gusci delle cipree
le metamorfosi dei corpi, le tue parole mai scritte
altrove avrei una via d'uscita
quell'odore di seni che confonde la notte
i gelsomini |
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30/08/2011 10:51 | |
qui ci sei andata giù pesante Mire
per me è di difficilissima comprensione, tuttavia non riesco a non cogliere la suggestione delle immagini:
che finge miele dai calici, che si attarda
con gli ulivi sui crinali, che mostra il fondo
dei pozzi, le stanze privi di confini
dove caccio il chiasso dei sogni
le costellazioni marine, i gusci delle cipree
le metamorfosi dei corpi, le tue parole mai scritte
"i ritorni hanno rugiada sulla bocca e sorrisi fra mani confuse"
www.francescacoppola.wordpress.com |
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30/08/2011 11:38 | |
Francy... di difficile comprensione? che dici
questo testo parla della malinconia, quella che alberga come un'ombra, che si apre come una finestra, che spalanca dentro di te mille sensazioni
il fiore nero, la finestra d'ombra ne sono l'immagine... così come il testo che hai citato, sono i luoghi...
[Modificato da Ecat Mel 30/08/2011 11:39] |
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30/08/2011 11:44 | |
beh allora avresti potuto intitolarla "malinconia", serve o non serve il titolo, eh?
"i ritorni hanno rugiada sulla bocca e sorrisi fra mani confuse"
www.francescacoppola.wordpress.com |
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30/08/2011 14:53 | |
non l'ho fatto e l'ho lasciata appositamente senza titolo, perché malinconia è solo un aspetto di questa ombra, a volte la malinconia è inquietudine, è smarrimento, altre volte è un lato più oscuro che non sale a galla facilmente e di cui non conosci i confini... sono le porte chiuse, quelle non facili da aprire, o le paure... ecco perché... |
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09/09/2011 09:34 | |
è una poesia piena di sensualità, a dimostrazione che con le finestre d'ombra ci si può fare l'amore, che in esse si rimane intrappolati di una trappola finta dolce e accogliente... |
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09/09/2011 15:49 | |
Avrei fatto lo stesso identico commento che ti ha lasciato Francesca;
ora che è stata spiegata ho quel barlume di luce in più che mi occorreva per apprezzarla in pieno. Ma siete proprio brave, ragazze! Una più brava dell'altra, ma siete nate con la penna in mano, mica col ciuccio in bocca
solo qui rivedrei qualcosa: forse toglierei il secondo dei tre "che" consecutivi:
che finge miele dai calici, che si attarda
con gli ulivi sui crinali, che mostra il fondo
dei pozzi
e tu mi dirai che poi il mezzo verso che segue sembra contratto, ma piùttosto aggiungerei qualcosa dopo 'attarda', però non mi dispiace neppure così.
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"Le parole sono 'contenitori' troppo angusti per le mie emozioni e quando, leggendo, le sento 'soffrire'
o mi segnalano delle 'sofferenze' corro a liberarle senza pensarci due volte per provarne di più adatti".
(citazione di EEFF) |
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11/09/2011 01:15 | |
hmm ci penserò su Rosanna, non è qualcosa impossibile da rivedere, proverò a trovare altre soluzioni... anche se, in fondo, la ripetizione del "che" è voluta, in quanto va sempre più a specificare come si manifesta e dove quell'ombra, che spazi occupa dentro e fuori di noi... grazie, comunque, perché credo che uno sguardo critico ti da l'opportunità di entrare più a fondo dentro ciò che scrivi.
Grazie Roby, perché hai saputo riconoscere quel tratto di seduzione che l'ombra sempre nasconde e di cui non sappiamo difenderci a volte...
[Modificato da Ecat Mel 11/09/2011 01:17] |
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