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Il tempo che ci vuole

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    Francesca Coppola
    Post: 1.652
    00 19/07/2011 12:04


    Aveva scarpe strette e in vita
    tutto il silenzio di una cintura
    vecchia, le sue mani
    mani senza tetti di speranza

    la chiamavano mezzaluna
    quando sulla schiena intrecciava
    il suo sacco di stanchezza
    e quella strada che aveva parvenza
    di salita diventava abitudine
    che non promette sorpresa

    poi la morte giunge come preghiera
    quante parole sfilano nei corridoi
    della padrona di casa

    - tutte qui le cose che non vedi -
    l’appendiabiti a forma di odalisca
    i giocattoli tristi al nostro incontro
    lacrime di un rigattiere nascosto

    A vedere l’estate
    dalla prospettiva di una formica
    le stagioni hanno un corso lungo
    gli anni arrivano sempre in ritardo


    [Modificato da Francesca Coppola 19/07/2011 12:06]


    "i ritorni hanno rugiada sulla bocca e sorrisi fra mani confuse"
    www.francescacoppola.wordpress.com
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    Versolibero
    Post: 793
    00 22/07/2011 19:57
    Ciao Francesca,
    sai che mi piace parecchio questa tua? Buone le prime due strofe, l'ultima è riuscitissima e quando dico riuscita intendo contenuto e forma; l'unica cosa che mi blocca un po' è il passaggio dei verbi dal passato al presente, quelle tre quattro righe forse le sento meno sciolte rispetto ai passaggi che ho apprezzato senza riserve, ma non saprei cosa suggerire.
    Ciao, baci [SM=g11405]


    ______________________________________________________________________________
    "Le parole sono 'contenitori' troppo angusti per le mie emozioni e quando, leggendo, le sento 'soffrire'
    o mi segnalano delle 'sofferenze' corro a liberarle senza pensarci due volte per provarne di più adatti".
    (citazione di EEFF)
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    Francesca Coppola
    Post: 1.652
    00 26/07/2011 17:20
    Re:
    Francesca Coppola, 19/07/2011 12.04:



    Aveva scarpe strette e in vita
    tutto il silenzio di una cintura
    vecchia, le sue mani
    mani senza tetti di speranza

    la chiamavano mezzaluna
    quando sulla schiena intrecciava
    il suo sacco di stanchezza
    e quella strada che aveva parvenza
    di salita diventava abitudine
    che non promette sorpresa

    poi giunse la morte come preghiera
    quante parole sfilavano nei corridoi
    della padrona di casa, con tutte
    le cose che non avevi mai visto

    l’appendiabiti a forma di odalisca
    i giocattoli tristi al nostro incontro
    - lacrime di un rigattiere nascosto -



    A vedere l’estate
    dalla prospettiva di una formica
    le stagioni hanno un corso lungo
    gli anni arrivano sempre in ritardo







    Ecco, ho provato a rivisitarla al passato.
    Per quanto concerne l'ultima strofa, trattandosi di considerazioni finali a posteriori, mi occorre il presente, per forza.

    Un bacio Ros [SM=g9495]
    [Modificato da Francesca Coppola 26/07/2011 17:22]


    "i ritorni hanno rugiada sulla bocca e sorrisi fra mani confuse"
    www.francescacoppola.wordpress.com
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    Versolibero
    Post: 793
    00 06/08/2011 04:08
    Re: Re:
    Francesca Coppola, 26/07/2011 17.20:



    Ecco, ho provato a rivisitarla al passato.
    Per quanto concerne l'ultima strofa, trattandosi di considerazioni finali a posteriori, mi occorre il presente, per forza.

    Un bacio Ros [SM=g9495]



    Sì, nell'ultima strofa infatti non trovavo nulla da cambiare, era solo nel passaggio della terza strofa che avevo un attimo di perplessità; va benissimo così, però mi è venuto un dubbio: forse già dalla terza strofa iniziavano le tue considerazioni a posteriori(...),
    allora, volendo lasciare i verbi al presente, forse potresti un "ma" oppositivo al posto di "poi" e metterei anche l'articolo prima di preghiera perché mi sembra più scorrevole (sempreché abbia capito il tuo intento)

    Aveva scarpe strette e in vita
    (...)

    la chiamavano mezzaluna
    (...)


    ma la morte giunge come una preghiera:
    quante parole sfilano nei corridoi

    della padrona di casa

    - tutte qui le cose che non vedi -
    (...)


    Sì, credo che andrebbe bene così, comunque mi piace in entrambi i modi.

    Un bacio da parte mia,
    Ciao Francesca [SM=g9495]




    ______________________________________________________________________________
    "Le parole sono 'contenitori' troppo angusti per le mie emozioni e quando, leggendo, le sento 'soffrire'
    o mi segnalano delle 'sofferenze' corro a liberarle senza pensarci due volte per provarne di più adatti".
    (citazione di EEFF)
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    Francesca Coppola
    Post: 1.652
    00 02/11/2011 11:26


    Eccomi anche qui ho rivisto un po' di cose che non convincevano:





    aveva scarpe strette e in vita
    tutto il silenzio di una cintura
    vecchia, le sue mani
    mani senza tetti di speranza

    la chiamavano mezzaluna
    quando sulla schiena intrecciava
    il suo sacco di stanchezza
    e quella strada che aveva parvenza
    di salita diventava abitudine
    che non promette sorpresa

    Il riposo giunse come preghiera
    e le ciarle come corteo confusero
    il perimetro delle strettoie di casa

    quante le cose che non si videro:
    il vecchio appendiabiti a forma di odalisca
    ninnoli chini al nostro incontro
    - lacrime di un rigattiere nascosto -

    Fotografai l’estate
    ___________________dalla visuale di una formica
    ___le stagioni, credimi, hanno un corso lungo
    ___gli anni (poi) arrivano sempre in ritardo



    "i ritorni hanno rugiada sulla bocca e sorrisi fra mani confuse"
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    daltonsuperfux
    Post: 118
    00 02/11/2011 11:57
    per quanto riguarda l'ultimo verso preferisco la prima versione, è molto più incisivo e poetico secondo me, e quello che mi ha colpito di più nell'intera poesia.


    Casa mia è posta ai piedi di monti verdi./Mi piace salire sopra quei monti verdi;/Ma sui monti verdi non ci posso salire:/Come ci salgo mi viene la malinconia.
    Hen Xun
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    daltonsuperfux
    Post: 118
    00 02/11/2011 12:00
    l'ultima strofa volevo dire.


    Casa mia è posta ai piedi di monti verdi./Mi piace salire sopra quei monti verdi;/Ma sui monti verdi non ci posso salire:/Come ci salgo mi viene la malinconia.
    Hen Xun
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    Francesca Coppola
    Post: 1.652
    00 02/11/2011 12:33

    aveva scarpe strette e in vita
    tutto il silenzio di una cintura
    vecchia, le sue mani
    mani senza tetti di speranza

    la chiamavano mezzaluna
    quando sulla schiena intrecciava
    il suo sacco di stanchezza
    e quella strada che aveva parvenza
    di salita diventava abitudine
    che non promette sorpresa

    Il riposo giunse come preghiera
    e le ciarle come corteo confusero
    il perimetro delle strettoie di casa

    quante le cose che non si videro:
    il vecchio appendiabiti a forma di odalisca
    ninnoli chini al nostro incontro
    - lacrime di un rigattiere nascosto -

    A vedere l’estate
    dalla prospettiva di una formica
    le stagioni hanno un corso lungo
    gli anni arrivano sempre in ritardo



    così? [SM=g8192]


    grazie per il passaggio dalton!





    "i ritorni hanno rugiada sulla bocca e sorrisi fra mani confuse"
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