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canto allo specchio

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    ginevra67
    Post: 96
    00 10/01/2010 10:22
    E se esistevi
    prima del tramonto
    il sole partoriva un’altra stella…

    Non ho parole, più
    con cui inventarmi il mondo
    e i sogni,
    sanno di feltro ad ogni lavaggio

    le mie mani colano vernice
    giù dal buco nero, che mi trasporta
    nell’altra faccia dell’ultimo universo

    non ho più musica,
    ad incantare nuvole
    seni di fieno
    dove cullare amore

    solo il pallore, è certo!
    si veste del livore della crosta
    ma non è neve

    è una lastra su cui incidere il mio nome.

    … e mille scatole da riempire ancora
    se solo trovassi gli ultimi frammenti da indossare –

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    al_qantar
    Post: 423
    00 10/01/2010 11:45
    C'erano corpi e frammenti ai lati della sera
    e lungo le corsie del mio cuore
    mi camminavano addosso, senza reggiseni
    senza postulati, solo collant pieni di sambuca

    Sull'altro binario tu con le tue culle
    e con i tuoi universi opachi
    mangiatori di luce e di parole
    convergenti e senza braccia

    Ci sono sogni da riempire
    voci da ascoltare
    milioni di stelle da accendere
    e falò da spegnere

    Dammi la mano
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    ginevra67
    Post: 96
    00 10/01/2010 15:25
    Imbucami il sentiero,
    raccoglimi le mani,
    fanne un bouquet
    di tappi di bottiglia,
    ornami di conchiglie e di farfalle
    abbracciami di foglie e
    spegnimi,
    di nenie antiche è satura la pelle

    non c’ero, mentre
    volavi incontro alle cicogne
    tessevi luci e ritagliavi il cuore,
    in bisacce
    per convertirci il tempo
    da braccia in stelle
    da capelli in manto,
    da sambuca in vino,

    nella condensa di sogni e di sapori
    mi imploderai in otre da spirale.

    Mi ubriaco solo, di stelle agonizzanti
    i sogni sono per gli altri, quelli sani,

    mi leggerai i fondi della luna?
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    al_qantar
    Post: 423
    00 13/01/2010 10:46

    Ti leggerò ogni cerchio ed ogni nodo,
    il cadmio sopra te ed i controluce sotto
    i piedi, un alloro, le ciglia e Baudelaire
    poi ti porterò sulla rotta delle ginestre
    verso i gialli aperti del miele

    Ti cospargerò di quella nuova pazienza
    che dalle ultime righe al collo, in alto
    ti trascinerà senza misure e pesi
    lontana dai miti, sulle sospensioni
    degli occhi e delle mani

    Aspetteranno i seminterrati
    fuori della capanna di paglia
    nel centro di Parigi
    dove ti leggerò le cime della luna
    ed i suoi riflessi
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    ginevra67
    Post: 96
    00 14/01/2010 18:20
    Ascolterò il miele di sequoia
    stillare il giunco dentro la mia bocca
    “La lingua sopravvive…”, insegna il saggio
    vendendo il tempo a chi non ha più fame.

    Ma tu respirerai d’ebano e avorio
    la rosagoccia che incarna l’illusione
    del dio vapore, che penetra la paglia
    del mio essere ponte senza nome,

    del mio essere corpo da affittare
    a ore, a volte, a mezze frasi,
    e pagheremo a turno le cicale, i gufi, i barbagianni
    perché i soffitti non pendano dal cuore
    di un toreador, che rilanciò la posta sul tuo tango.

    Raccoglierò la notte e la sua coda
    ancora appesa tra codici sbiaditi,
    e tra un blues e dei fiori di cotone
    ti danzerò tra i veli, Maddalena.




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    al_qantar
    Post: 423
    00 15/01/2010 21:39
    Respirerò ogni diagramma
    che pronuncerà il tuo nome
    vapore e ponte che mi attraversa

    Ho lunghi fasci di carezza, per pagare
    e riprendere il cammino
    dalle piume agli affitti
    e senza i compromessi di un Lazzaro
    che cerca il suo viaggio

    Danzami pure i veli, io sgranerò rosari
    affinché non smetta più
    e dal seno emerga la magnetica aurora

    Girami di mare e jodio
    in una delle facce del diamante
    e innestami ai soffitti che penderò su te
    come luna e spada
    come fango e paradiso

    e miele
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    ginevra67
    Post: 96
    00 18/01/2010 17:55
    Gocciolerò di spezie, per contenerti il canto,
    che dalle punte risveglia il cristallo della notte
    tra le dita del vento e la corolla,

    ti spargerò di zenzero e cannella, l’eco dell’acqua,
    che tra le braccia avvolgono
    la valle e la tua gola, la spada e
    la mia luna, girata di spalle

    corteggerò il canneto,
    dividendo i cocci della colpa
    dalle spine conficcate nelle scarpe,
    e ti aprirò da amazzone, il sentiero
    che dagli odori racchiusi in muschio d’ambra
    in sol rimodula i sussurri,
    che mettono al muro ogni ragione

    ci sono io…

    ci
    sono
    io,
    e il tremore delle ciglia di un gabbiano
    che richiama il cormorano all’orizzonte.

    Aspetteremo insieme le conchiglie
    per raccontare i giorni della sabbia

    e il sapore del sole